Giovanni Guidi è un noto musicista jazz. Si è candidato per le prossime elezioni (26 maggio 2019) del Parlamento Europeo nel collegio Italia centrale
Caro Giovanni, carissimo Giovanni,
ritratto di ministro con mitra
ho visto il tuo post sul ministro con il mitra. A parte che nell’immagine il ministro denota di non saper tenere in mano un mitra, dato che lo tiene con la punta rivolta verso l’alto, contro il muso di un’altra persona, non so chi sia, mentre in verità tutti sanno, e lo vediamo anche nelle nostre strade pattugliate dai drappelli anti terrorismo, che i mitra si tengono puntati verso il basso… Condivido il tuo rilievo: un ministro è una altissima funzione civile, ed anche in qualità di ministro degli interni ed anche e soprattutto in pubbliche occasioni di celebrazioni poliziesche farsi fotografare con un mitra in mano ci rimanda ad atmosfere sudamericane, golpiste, dittatoriali. Che il ministro sia o non sia consapevole di questo, il messaggio non cambia. Il mitra è il messaggio.
due vecchi burloni
Tuttavia messaggi violenti si possono inviare anche senza imbracciare fisicamente un mezzo d’arma. Sebbene tu sia giovane, non lo sei così tanto per non ricordare quando Berlusconi, nell’esercizio delle funzioni di primo ministro, fece il gesto del mitra alla Maddalena, suo illustre ospite essendo Vladimir Putin. Il bersaglio simbolico era una giornalista russa, che aveva posto una domanda scomoda a Putin sulla sua vita privata, così mi sembra di ricordare. Nell’immagine Putin sogghigna a labbra serrate della buffonata del suo amicone italiano, come due compagnoni al bar. Se non fosse che il sogghignante è il capo di una nazione dove i giornalisti e, senza riguardi per il gentil sesso, pure le giornaliste vengono eliminati fisicamente, e se non fosse che il detto sogghignate è il capo di una potenza nucleare, l’immagine sarebbe anche burlesca.
il cantico delle creature e aldo capitini

Ho visto anche il tuo post in cui dai il benvenuto al ministro in visita oggi nella nostra città, un benvenuto certo ironico ed antifrastico ma anche a suo modo accorato e sincero, come solo un artista forse sa fare. Gli hai ricordato, tra le altre cose, che questa terra è la terra di San Francesco d’Assisi, che non sparava neppure agli uccellacci e agli uccellini ma ci parlava, e di Aldo Capitini, l’ideatore della Marcia della Pace Perugia-Assisi.

Quello che ora sto per dire richiede una premessa. Sebbene sono certo che sarò frainteso, non da te, è necessario che la faccia, trattandosi di una lettera aperta, nella quale, assumendomi delle responsabilità, necessito anche di circostanziarla e far capire all’eventuale lettore terzo da chi proviene questa missiva.
Dopo la Prima Guerra Punica Missilistica del 1991, allorquando «il cormorano con le ali ingrommate di bitume tentò inutilmente di levarsi in volo su tutte le emittenti del globo, generando nere onde di commozione»[1] feci una tesi di laurea in diritto costituzionale dal titolo «Il ripudio della guerra nella Costituzione italiana», relatore Massimo Luciani. In quella occasione studiai a fondo il pensiero nonviolento di Aldo Capitini, molto citato ma in verità poco studiato e soprattutto snobbato tanto dal pensiero idealista che dal pensiero marxista. Conobbi, e intervistai, anche uno dei seguaci di Capitini ancora in vita nei primi anni ’90 dello scorso secolo, Pietro Pinna, il primo obiettore di coscienza italiano, che si era fatto due anni di carcere per renitenza alla leva.
Mi occupo non da poco del tema della guerra e della violenza armata. Nel mio romaggio (metà romanzo e metà saggio) Operazione Marcuse, che ho pubblicato nello scorso mese di marzo in formato digitale (https://wordpress.com/view/erroredikafka.blog), il tema affiora a più riprese. Cito il mio romaggio non solo per farmi pubblicità, ma perché il protagonista principale, uno sconclusionato trotskista, universitario perennemente fuori corso, Marcuse appunto, ad un certo punto dice:
«Sai che è? – mi disse Marcuse a proposito dell’industria bellica.
– Viviamo in una cittadina dove è allocato un importante stabilimento di tecnologia aeronautica, civile e militare. Producono componenti. Bene. Nessuno osa sollevare la questione. Danno occupazione, e se non lo facessero loro lo farebbero altri. Certo. Questa azienda ha sostenuto la costruzione di una biblioteca pubblica per bambini e ragazzi. Con i soldi della vendita di componenti aereonautici di velivoli che forse hanno sganciato bombe su cittadine inermi, uccidendo alcuni o molti bambini.
Tutti sanno quando comincia la guerra. Ma quando comincia la vigilia della guerra?»

Prodotto da Leonardo Finmeccanica (ex Augusta, Alenia-Aermacchi, ecc.)
l’apparato militare-industriale
Oggi si parla moltissimo di emergenze umanitarie, di accoglienza dei migranti, e sembra che lo scontro politico sia tutto polarizzato, e forse semplificato, tra buoni e cattivi, tra solidali ed egoisti. Ma non si parla più, o solo pochissimo, di disarmo. Salvare vite umane è più immediato e, al contempo, più spettacolare che non stare a studiare complesse questioni giuridiche e tecniche per capire come funziona l’apparato militare –industriale, come avviene che i sistemi d’arma, aerei da guerra inclusi, finiscano nel mercato nero e poi vengano acquisiti da paesi che conducono guerre dichiarate illegittime dall’ONU.
Caro Giovanni, mi rivolgo a te come amico di vecchia data e come candidato al Parlamento Europeo. Rappresenti una nobilissima tradizione politica che dall’antifascismo è approdata alla nonviolenza, nel solco della nostra Costituzione Repubblicana. Per questo avrai il mio voto.
Vorrei però capire qual è il tuo programma circa la produzione e il commercio di armamenti. Trovandoti nella necessità di scegliere a Strasburgo se salvare posti di lavoro o chiudere o riconvertire fabbriche di armamenti, sceglierai per la prima opzione (che ha purtroppo un fondamento nella tradizione politica cui ti richiami) o la seconda, che è l’opzione, per me, del futuro dell’umanità, se vogliamo che essa abbia un futuro?
Saluti antifascisti, francescani e capitiniani, e in bocca al lupo.
stepor marqucci
[1] Stepor Marqucci, Operazione Marcuse, L’Errore di Kafka, prima edizione digitale marzo 2019, https://wordpress.com/view/erroredikafka.blog
L’immagine di copertina raffigura il caccia F-35 prodotto da Lockheed Martin, U.S.A.